Venerdì 8 giugno è stata inaugurata la mostra “VIA TERRA – Ceramica Contemporanea da Faenza” alla Fornace Alba Docilia di Albissola Marina (Savona), con le opere in ceramica delle ceramiste faentine Fosca Boggi, Elvira Keller, Carla Lega, Andrea Kotliarsky, Etra Masi e Mirta Morigi. La mostra si inserisce nel contesto delle relazioni e del dialogo sviluppati dal Comune di Faenza e Ente Ceramica Faenza con le altre Città della Ceramica italiane, partendo della consapevolezza e con l’idea che nel nostro tempo sia necessario, nel mondo dell’artigianato artistico, stimolare l’incontro tra città, produttori e linguaggi. Presenti all’inaugurazione Massimo Isola (Vice Sindaco e Assessore alla Ceramica del Comune di Faenza, Presidente di AiCC – Associazione Italiana Città della Ceramica) e Nicoletta Negro (Vice Sindaco di Albissola Marina). La mostra resterà aperta fino all’8 luglio.
La ceramica faentina raccontata attraverso il suo linguaggio contemporaneo
Il progetto “VIA TERRA – Ceramica Contemporanea da Faenza”, a cura di Oscar Dominguez per Ente Ceramica Faenza, è un allestimento site-specific negli spazi della Fornace Alba Docilia di Albissola Marina, dedicato alla ceramica di Faenza e in particolare ad alcuni ceramisti che utilizzano il linguaggio contemporaneo. Le opere in ceramica di Fosca Boggi, Elvira Keller, Carla Lega, Andrea Kotliarsky, Etra Masi e Mirta Morigi raccontano un universo produttivo in continuo movimento, con ceramiste appartenenti a diverse generazioni che utilizzano la ceramica, materiale per eccellenza della tradizione faentina, tra artigianato, design e arte contemporanea.
Diverse sono le opere ma anche le storie delle ceramiste in mostra, dalle faentine Morigi e Lega, le cui opere sono ormai diventate un “classico” della ceramica di Faenza, a Keller e Kotliarsky, rispettivamente napoletana e argentina d’origine, che hanno scelto Faenza come luogo dove vivere e produrre ceramica; per arrivare al lavoro più scultoreo di Boggi, già premiata con la targa d’oro per la scultura del 15° premio Cairo (2014), e di Masi, diplomata al Corso ITS ceramico, che lavora sul binomio ceramica e luce
Suggestivo anche lo spazio, la Fornace Alba Docilia, una delle fabbriche di ceramica più longeve sul territorio delle due Albisole, che è stata attiva dal 1600 fino agli albori del Novecento e poi di nuovo dal 1919 al 1982; in seguito alla chiusura, il Comune di Albissola Marina ha acquisito i locali e ha iniziato il pieno recupero della fabbrica, per adibirla a spazio espositivo. Negli spazi interni, si trovano strutture che raccontano l’antico processo produttivo della ceramica: tre forni novecenteschi rimasti intatti e la botola per il passaggio delle fascine, le vasche per la decantazione della terra e le “murate” su cui veniva affinata la terra.
Massimo Isola: ” siamo riusciti a raccontare una storia faentina originale che fin dall’inaugurazione ha saputo stupire la comunità ligure”
“Via Terra è la quarta tappa di un cammino che stiamo seguendo e costruendo, con cura e passione”, commenta Massimo Isola. “Dopo le due mostre a Nove (Vicenza) e quella a Montelupo Fiorentino, ora il racconto della ceramica faentina arriva a Albissola Marina. Si tratta di una piccola città che da secoli vive la ceramica in modo profondo, una città che produce artigianato artistico e che ha saputo accogliere per tutto il Novecento e in parte ancora oggi decine di artisti provenienti da tutto il mondo. Una città che conosce la ceramica e con essa si relaziona, con competenza. In questo contesto Oscar Dominguez ha proposto un piccolo racconto, intrecciando stili e linguaggi, che propone alcune botteghe faentine, che dialogano con una magica fornace ricca di tracce del passato. Per noi si tratta di una tappa. Vogliamo proseguire in questo viaggio nell’Italia delle città della ceramica, portando di volta in volta artisti e ceramisti diversi che interpretano, da diversi punti di vista, la produttività faentina di questo ventunesimo secolo. Condividere e confrontare linguaggi e sensibilità è fondamentale per le nostre città ceramiche e per i produttori che le animano”.